“Assicurazione e responsabilità civile: una proposta di soluzione ad un “malessere sociale”


Assicuriamo patente e libretto!!!
“Le polizze sono troppo care …. le compagnie di assicurazioni lucrano a discapito dei cittadini …. le frodi assicurative sono diventate un ammortizzatore sociale…”, questi e altri ancora sono i commenti che da più parti sentiamo in materia di assicurazioni. Si cercano delle soluzioni nei confronti di fenomeni che toccano tutti, nessuno escluso, ma nessuna di quelle trovate fino ad oggi è stata in grado di rivoluzionare il sistema.
La vera riforma, a mio avviso, consiste nel legare la polizza, e quindi il suo costo, non più solo al veicolo ma anche alla patente.
Attualmente il premio sostenuto per assicurare un veicolo dipende già dall’attestato di rischio del proprietario, o eventualmente con il decreto Bersani dalla classe del familiare se più conveniente. Nel momento in cui un individuo causa un incidente la sua classe aumenta, ma se egli stesso assicura un nuovo veicolo può beneficiare di una classe differente anche migliore. Questo perché l’incidente in questione è registrato sul veicolo non sul conducente che l’ha causato.
La novità potrebbe essere proprio questa, penalizziamo la persona responsabile dell’incidente creando un database sinistri legato alle patenti oltre che ai veicoli. Se i comportamenti scorretti quali le infrazioni al codice della strada sono puniti con la perdita dei punti sulla patente, la responsabilità nella causazione di un sinistro deve colpevolizzare il singolo definendolo “cattivo guidatore”.  E perché questa regola sia veramente incisiva e influisca sui comportamenti alla guida futuri, questa etichetta deve penalizzare lo stesso al momento in cui stipula una polizza per qualsiasi veicolo a lui intestata.


In base a quanto sopra detto la tariffa della polizza di ciascuno potrebbe essere, ad esempio, così determinata:

 Tab n1: Profilo di rischio di un assicurato trentenne di Roma, proprietario di un’autovettura,
16 CV, classe B/M 5 con un sinistro caricato sulla patente:

Voci che compongono il premio
(Esempio)
Coefficiente
Voci




Premio di riferimento
forma tariffaria base
€ 500,00
A
Massimale
€ 5,0/1,0 milioni
1,05
B
Potenza fiscale
16 CV
2,30
C
alimentazione
benzina
1,00
D
Uso
privato
1,00
E
Sesso/età
uomo7 33 anni
1,00
F
Classe di rischio
B1
1,08
G
Provincia, CAP
Roma, 00199
0,975
H
Classe di merito veicolo
5
0,62
I
Classe di merito patente
2
1,02
L
Pejus
non previsto
1,00
M
Altri elementi
-






Totale Premio
=(A*B*C*D*E*F*G*H*I*L*M)
€ 900,95

            Elaborazione personale di un ipotetico profilo di rischio

La voce “classe di merito patente”  è quella che registra il numero di sinistri di cui il proprietario del veicolo in questione si è reso responsabile, indipendentemente dalla vettura guidata. Di seguito è riportata la tabella dei coefficienti a cui le compagnie potrebbero far riferimento per il calcolo della voce in questione:

Tab n 2: Coefficienti per la determinazione della classe di merito sulla patente
N sinistri
Classe di merito
Coefficienti



nessuno
1
0,80
nessuno
1bis
1,00
1
2
1,02
2
3
1,05
4
4
1,08
5
5
1,11
6
6
1,14
7
7
1,17
oltre 7
(da 8 a n)
1,5
                        Elaborazione personale di una ipotetica tabella di coefficienti

La prima classe attribuisce uno sconto dello 0,20% sulla polizza, premiando così il ”buon guidatore”.  La classe 1bis invece è quella di ingresso per i neopatentati, differente ovviamente da una prima classe a cui si arriva dopo anni di guida meritevole. Il passaggio da una classe 1bis ad una prima classe effettiva può avvenire dopo 5 anni di guida senza causare alcun sinistro.
Per rendere efficaci tali misure, bisognerebbe inoltre prevedere il ritiro della patente oltre i 7 sinistri causati. Per riaverla l’automobilista deve provare di essersi sottoposto a corsi ad hoc o, meglio ancora, dovrebbe rifare l’esame  per il suo conseguimento.
 La creazione di un attestato di rischio della patente presuppone una maggiore responsabilizzazione da parte dell’automobilista, ma ancor di più consente alle compagnie di assicurazione di stilare un profilo personale dell’assicurato in termini di numero di incidenti causati e gravità degli stessi.
Tale profilo diventerebbe ciò da cui dipende in misura prevalente la tariffa delle polizza, determinata in base ai comportamenti al volante dell’autista indipendentemente dal veicolo utilizzato ed eventualmente dalla sua zona di residenza.
Collegare la patente alla polizza significa per chi causa un sinistro:
-          diminuzione dei punti dalla patente in virtù del fatto che ogni dinamica segnalata va ad inserirsi in un’anagrafe patentati creato ad hoc[1];
-          un rincaro della propria polizza indipendentemente da chi sia il titolare della vettura con cui è stato causato il sinistro.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, il bacino di utenza delle compagnie assicurative in termini di numero di polizze stipulate rimarrà quasi invariato. Un eventuale aumento del premio andrà però a gravare non più solo sul veicolo coinvolto nel sinistro ma anche sull’attestato di rischio dei conducenti che, pur non essendo i titolari del veicolo coinvolto, vedranno aumentarsi le polizze a loro intestate.
Il costo della polizza infatti risulterebbe legato a due fattori che variano nel momento in cui si verifica un incidente stradale:
-         la classe di merito del veicolo: che rappresenta la storia del veicolo in questione
-         la classe di merito della patente: che rappresenta la storia del guidatore.
Nel momento in cui ci si rende responsabili di un sinistro variano entrambe, la classe di merito dell’auto che ha causato il sinistro e la classe di merito della patente di chi guidava il veicolo in questione. Tali variazioni provocano aumenti alle polizze come segue:
- l’aumento della classe di merito del veicolo fa aumentare il costo della polizza legata al veicolo;
- l’aumento della classe di merito legata alla patente fa aumentare il costo di tutte le polizze di proprietà del titolare di quella patente. La misura di tale aumento è dettata dai coefficienti riportati nella tabella precedentemente riportata.
Con tale novità si avrà modo di ripristinare un equilibrio economico che per 30 anni ha dato possibilità alle compagnie di avere saldi tecnici più che positivi, consentendogli in questo modo di dare una risposta effettiva a quei clienti storici che pur non avendo mai commesso un sinistro per tanti anni si sono sempre visti aumentare la propria polizza.
Ma il vantaggio più evidente che tale riforma potrebbe apportare è legato agli aspetti tecnico–liquidativi ed al lavoro della futura agenzia antifrode.
L’introduzione della patente a punti ha già garantito una maggiore conoscenza delle regole della circolazione stradale, estesa anche ai minorenni con l’obbligo del patentino. Assicurando anche la patente, oltre che il veicolo, non faremmo che favorire tale tendenza ed in più:
-         si individua con certezza la persona fisica che commette il danno;
-         si può prevedere un collegamento diretto del sinistro con la relativa infrazione, senza che
     questa sia necessariamente notificata dalle forze dell’ordine;
-         si avrebbe un maggiore controllo sul fenomeni delle frodi con una loro conseguente diminuzione.
L’individuazione del soggetto arrecante il danno infatti permette di identificare la persona fisica che lo causa, individuando e delineando il profilo del singolo conducente e di conseguenza la sua responsabilità. Il singolo individuo responsabile di un numero elevato di incidenti subisce delle ripercussioni di carattere finanziario con l’aggravamento del costo delle sue polizze, e allo stesso tempo potrebbe essere meglio individuato come soggetto che si presta a frodi assicurative. 


[1] Per completare tale riforma è utile creare un’’anagrafe/database dei patentati dove confluiscono contravvenzioni, sinistri, età della patente. Essa permetterebbe a tutti gli operatori del settore di individuare tutti coloro che commettono infrazioni e/o sinistri.