Introduzione

Il settore assicurativo sta vivendo un momento particolare a causa del libero mercato che ha favorito l’ingresso di nuovi operatori con prodotti differenti tra loro, ma soprattutto a causa dei continui rincari delle polizze che penalizzano i consumatori finali.
Ma mentre tutti, da più parti, si lamentano dei costi esorbitanti delle polizze e richiedono al legislatore un intervento per limitare tali “abusi” da parte delle compagnie di assicurazioni, pochi sanno essi che sono anche la diretta conseguenza delle frodi assicurative. Queste infatti stanno lacerando il tessuto socio economico di vaste regioni, e dipendono in parte, ma non solo, da un aumento dei livelli di povertà della popolazione.
La difficoltà di arginare tale fenomeno è dovuta principalmente alla sua larga diffusione. Non sono solo criminali identificati a truffare, ma è la gente comune che inserita per la prima volta nel sistema adotta comportamenti finalizzati a speculare.
Sostenuti da una forma di omertà diffusa i reati ai danni delle compagnie sono ormai utilizzati alla stregua di “sussidi statali” proprio da quelle fasce di popolazione escluse dai processi economici e dai benefici degli ammortizzatori sociali: donne, giovani inoccupati e disoccupati di lungo corso.
Si comincia con l’acquisto di polizze contraffatte e si finisce con il generare falsi sinistri per ottenere facili risarcimenti, in un circolo vizioso che finisce ormai per travolgere tutti: operatori del settore e consumatori.
Quali sono allora i correttivi che devono essere introdotti nel sistema? E come si può dare una risposta concreta ai tanti truffatori ma anche alle persone oneste che ogni giorno vengono truffate?
Questo lavoro affronta tali problemi, con l’obiettivo di descrivere in dettaglio sia i “comportamenti fraudolenti” che “la truffa” vera e propria,  a partire dalle persone coinvolte e dalla descrizione delle tante situazioni con l’esperienza di un operatore del settore, quale sono io ormai da 14 anni, che ogni giorno le deve affrontare.
Il primo capitolo è una rappresentazione qualitativa e quantitativa del mercato assicurativo, con una descrizione delle caratteristiche del prodotto offerto e del modo in cui competono tra loro le diverse compagnie.  Insieme alle caratteristiche degli operatori si è preso in considerazione il valore del mercato misurato in termini di raccolta premi complessiva che, confrontata con i costi pagati ogni anno per i sinistri, determina l’ammontare dell’utile o delle perdite. E per finire si affronta il discorso della sinistrosità, focalizzandosi sulla tipologia di sinistri che sempre di più accadono e sulle cause, in prevalenza dettate da cattive abitudini di chi si mette al volante, che portano ai livelli di sinistrosità dichiarati.
Nel secondo capitolo si affronta il discorso delle riforme, citando in dettaglio tutti quei provvedimenti adottati dal legislatore negli ultimi anni che hanno contribuito a modificare in parte le regole del settore. Alcuni di questi provvedimenti quali il Decreto Bersani (DL n.209/2005) e l’introduzione della  patente a punti (Dl n.151/200) hanno già generato delle conseguenze che, se da una parte hanno limitato alcuni fenomeni quali il dispendio di risorse da parte del consumatore e la mortalità sulle strade dovuta agli incidenti, hanno contribuito, dall’altra, a creare altri problemi che meritano di essere approfonditi.
Il terzo capitolo ha come oggetto i comportamenti fraudolenti, e descrive dettagliatamente le azioni che tutti gli attori coinvolti mettono in atto ai fini di una speculazione che, in alcuni casi, finisce per diventare una vera e propria truffa.
Non siamo in presenza di criminali incalliti, ma di alcuni professionisti ormai convinti che gonfiare un risarcimento non sia reato. Al contrario si pensa che siano le Compagnie che, operando in modo confuso e contrario alla logica della chiarezza e della correttezza dei rapporti  contrattuali, a comportarsi in modo scorretto.
Con queste affermazioni non si vuole screditare i tanti professionisti che, con onestà e impegno, ogni giorno eseguono il loro lavoro. L’obiettivo principale è quello di colpire principalmente quei  “tanti furbi” i cui comportamenti illeciti possono e devono essere limitati. Portarli alla luce descrivendoli nel dettaglio vuole essere un primo passo in tal senso.
Oggetto di indagine di questo lavoro, la cui trattazione è approfondita nel capitolo quattro, sono anche le truffe organizzate da false compagnie con l’obiettivo di sottrarre quante più risorse possibili al settore allo scopo di arricchirne gli organizzatori. Si parla anche di polizze false, dalla soluzione classica dei tagliandi falsificati alle nuove iniziative proposte quali quella dei tagliandi a tempo.
Sono tutti fenomeni questi che hanno inevitabilmente delle ripercussioni sul sistema, facendo aumentare a dismisura le risorse necessarie al suo mantenimento. Nel tentativo di misurare i danni provocati dagli illeciti si è cercato di quantificare il “costo della speculazione”, verificando come esso fa lievitare l’ammontare del risarcimento di un sinistro fino a 5 volte il suo valore reale.
Nel quinto capitolo, quello conclusivo, si offrono al legislatore degli spunti su cui lavorare per una riforma futura del sistema e delle sue regole. Tale riforma infatti non può essere avviata dalle compagnie che, se lasciate sole, trovano più economico liquidare anche i casi dubbi non traendo benefici dai costi onerosi di una giustizia civile lenta che sortisce scarsi risultati. Allo stesso modo non basta il solo impegno delle forze di polizia che intervengono sui singoli reati solo dopo che sono stati consumati.
Qualcosa è stato fatto negli ultimi anni nel tentativo introdurre dei correttivi e modificare la competitività del settore, ma non è ancora abbastanza. Il limite di questi lavori è che sono il frutto di visioni univoche. Le attività del legislatore infatti si sono orientate tutte alla ricerca di una maggior tutela del consumatore considerato l’anello debole del rapporto tra cliente e compagnie di assicurazione. 
Allo stesso tempo poco o nulla è stato fatto per limitare fenomeni criminosi che costano un enorme dispendio di risorse al sistema e potrebbero essere dedicate invece a progetti di sviluppo e di formazione.
L’attività giudiziaria si è accorta negli ultimi anni che tali fenomeni esistono, e cerca di perseguirli senza conoscerne a fondo le dinamiche che li contraddistinguono, concentrandosi di volta in volta sul caso specifico trattato.
Spetta alla politica il compito di proporre delle soluzioni che siano in grado di soddisfare le istanze di tutti. Ma perché essa sia in grado di svolgere questo compito non può che ascoltare tutte le iniziative che le diverse parti coinvolte propongono, evitando di privilegiare solo il consumatore con provvedimenti che alla lunga non tutelano nessuno.
Se si vuole ottenere un reale cambiamento, si deve smettere di pensare a compartimenti stagni e lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. Le compagnie di assicurazione, le associazioni di categoria, gli operatori, gli agenti, gli assicurati, le forze dell’ordine e i magistrati, siamo tutti dalla stessa parte. Ognuno di noi può offrire il proprio contributo in maniera costruttiva approfondendo tematiche  e offrendo indicazioni per la parte che gli compete. Solo avendo una visione di insieme si possono cercare soluzioni che siano davvero costruttive e finalizzate alla costruzione di un nuovo mercato assicurativo più moderno e competitivo, al passo con gli altri paesi e con le esigenze che i consumatori manifestano .
Si può partire dalla modifica delle regole per determinare il premio assicurativo premiando il “buon guidatore” senza però dimenticare che, allo stesso tempo, deve essere creata una nuova cultura della legalità.  E’ bene reprimere comportamenti criminosi per evitare che siano perpetrati nel tempo, ma è ancora meglio creare cittadini virtuosi investendo sui giovani che rappresentano il futuro.
Questo è ciò che, come liquidatore prima e come consumatore dopo, mi auguro possa accadere!

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